L'idea del "giornale personalizzato" sembrava un sogno. Un destino a portata di mano. Si è rivelato uno dei tanti incubi di cui è popolata la fantasia di qualche geniale ingegnere o matematico.
Fortunatamente dal sogno ci siamo svegliati e l'incubo è svanito, così come la bolla speculativa che si era gonfiata attorno al mezzo che avrebbe dovuto consentire tutto ciò: Internet.
Risvegliati dal sonno della ragione, Internet si sta rivelando meno mostruoso, più normale, con le sue caratteristiche a metà tra il mezzo di comunicazione e la piazza , lambiente dove si possono sviluppare nuove relazioni.
Nuovi media sono nati, per nuove informazioni da distribuire. Ma l'informazione, quella che intendiamo con la "I maiuscola", è sempre la stessa. Chi avesse pensato alla disintermediazione nel rapporto tra fonte primaria dell'informazione e utente, ha dovuto ricredersi.
L'informazione si qualifica per il suo carattere di mediazione: c'è sempre e ci deve sempre esssere - chi seleziona, confeziona, contestualizza per conto nostro. Chi offre una visione quotidiana aggiornata del mondo e della vita, raccontandole, è e resterà sempre il giornalista.
D'altronde un giornale, non è un giornale se non sa sorprendere, incuriosire, a volte provocare. E un "giornale personalizzato" come può sorprendere, incuriosire e provocare?
Internet - se lo si usa per trasferire Informazione - non è fatto per cancellare il "mediatore", il giornalista. Anzi, al giornalista offre nuove opportunità per migliorare la qualità del suo lavoro e della sua "produzione".
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