Il Di Che Cosa Abbiamo Paura?

di Vittorio Zambardino, Condirettore Generale Kataweb
Ogni volta che si parla fra giornalisti di informazione on line, sento un po' di disagio. È come se ci riunissimo tra cacciatori per parlare di abolizione della caccia. Perché, diciamoci la verità, a gran parte dei giornalisti italiani la rivoluzione internet sta antipatica, le sue parole non significano niente e le difficoltà dell'economia ad essa legata non fanno che confermare la forte puzza sotto il naso che sentiamo.
Qualche ragione può essere riconosciuta, alla posizione. Internet ha portato in superficie un'opinione pubblica che odia il giornalismo, giovani che non leggono e che presumono di poterne fare a meno, e quella nausea planetaria per i mediatori dell'informazione che è testimoniata in tutti i forum di discussione del mondo. Per anni poi si è creduto che fare informazione su internet significasse fare informazione senza i professionisti dell'informazione. Tutto ciò è giustamente finito. Ma la sfida professionale resta intatta davanti a noi. È appassionante ma allo stesso tempo straordinariamente non colta dai giornalisti.
Faccio telematica amatoriale dal 1989, lavoro come giornalista on line dal '96, dirigo un portale internet. Eppure se dicessi che i giornalisti - ma in tutto il mondo non solo in Italia - hanno fatto buon uso della rete, direi una bugia. Credo che i convegni servano solo se vi si dicono cose utili. Io vorrei raccontare quali sono i nodi che ancora trattengono i giornalisti dall'impadronirsi della più grande innovazione intervenuta nel loro campo da Guntenberg in poi. Perche' in effetti mi sbagliavo. Siamo cacciatori riuniti per discutere non dell'abolizione della caccia ma dell'adozione del fucile. Per il momento non ci siamo ancora decisi a imbracciarlo.
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